giovedì 11 giugno 2009

Guerra

giovedì 11 giugno 2009

— Maledizione.

Oggi Alice pare nervosa. È entrata, si è avvicinata al bancone e ci ha sbattuto sopra un libro aperto, mostrandomi una riga con l'indice.

— Che c'è?
— Leggi qui.

Era un uomo cattivo. Faceva del male e se ne compiaceva, viveva in una brutta casa e odiava gli altri. Aveva capelli bruni e occhi sempre iniettati di sangue. Vestiva di nero, una giacca lunga di pelle, jeans e anfibi. L'altro giorno aveva ucciso e oggi l'avrebbe fatto di nuovo.

— Che ha che non va? — chiede Alice, quando risollevo lo sguardo.
Esito un po', tornando a guardare le righe. Poco dopo attacco: — Troppo frammentario e Narratore fastidiosamente soggettivo e bigotto. Perché è cattivo? Perché fa del male e se ne compiace? Bah. Vive in una brutta casa. Perché brutta? Odia gli altri. Perché? Poi è descritto nei minimi particolari. Perché essere tanto precisi sull'aspetto quando si danno informazioni così frammentarie su di lui in generale? Sta malissimo. Dice che ha ucciso, ma per quanto ne so può aver ucciso una formic...
— Okay, va bene così. Un sacco di perché.
— L'hai scritto tu?
— No. — Mi mostra la copertina.

K. Roy Alardo
Il Rito del Sangue

— Ultima uscita, e sta facendo parecchio scalpore — dice.
— E ci credo.
— Nel senso che vende.
Sospiro. — C'è anche di peggio.
Alice si siede. — Manuali per non scrivere.
— Si può imparare anche da quelli.
— E ci si può incazzare perché vendono.
— Anche, sì.
— Bah.
— È roba di tutti i giorni, Alice.
— Lo dici come se ti andasse bene. Dal punto di vista editoriale, e non solo, l'Italia è una merda. Ma anche la gente. Come fa a farsi piacere 'sta roba?

Sorrido. Un sorriso più malinconico che altro.

— Torno su Napoleone, va' - dice.
— È il tuo modo di dare guerra?
— In un certo senso.
— Che guerra sia.

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